Mi ricordo ancora il pieno di sole di quella mattina del 1990. La signora che ci accompagnò all’alba, non voleva disturbare i pastori. Ci chiese più volte di fare piano, ché la gente di montagna non si sa mai come reagisce. Un retaggio antico, superstizioni di un mondo lontano, che a ripensarci oggi mi portano un sapore dolce e amaro.
Lasciammo la panda rosso fuoco in un piazzale sterrato e, saliti su un collinetta, finalmente lo vidi.
La pietra rossa pareva bruciare sotto il sole di agosto e gli scavi ancora incerti, lo facevano sembrare un gigante costretto a terra. Un qualcosa che sa di volo, ma non del tutto.
Il Nuraghe Arrubiu, di Orroli, l’ho poi rivisto molte volte negli anni. Ogni volta un pezzetto di più, a mano a mano che gli archeologi proseguivano il loro lavoro, fino al giorno in cui trovarono alcuni strani reperti. Ceramiche risalenti al 1.350 a.c. Circa, con resti di acidi grassi, che ci permettono di dire, con ragionevole certezza, che la civiltà nuragica produceva e consumava la birra.
Si tratta di uno dei più antichi ritrovamenti del Mediterraneo Occidentale, per quanto riguarda la storia della birra e in effetti non c’è da stupirsi. I sardi intrattenevano rapporti commerciali con gli altri popoli del loro tempo, molti dei quali bevevano copiosamente bevande fermentate a base di cereali. Pensiamo a egiziani, fenici, agli antichi abitanti della penisola iberica, ai villanoviani e, successivamente, agli Etruschi.
La Sardegna è quindi terra di birra, da migliaia di anni. Oggi anche più che in passato, al punto che la nostra bevanda preferita può rappresentare una bussola fantastica per scoprire questa isola meravigliosa che, se da un lato non ha bisogno di presentazioni, dall’altro custodisce moltissimi angoli poco conosciuti che meritano un viaggio.
I circa cinquanta Birrifici Artigianali attivi sull’isola (suddivisi tra produzione pura, spesso con tap room e Brew Pub, cioè locali di mescita con produzione in loco) si trovano infatti un po’ ovunque.
Dal capoluogo Cagliari, Casteddu nella lingua locale, all’Ogliastra, alla Barbagia, alla valle dellAnglona nel sassarese, alle isole del sud come Sant’Antioco e San Pietro. Visitare un birrificio rappresenta un ottimo modo per esplorare il territorio, abbinando la tappa birraria a una giornata di mare, a un sito nuragico o romano come Tharros o Antas, ad un museo o magari ad un’esperienza più particolare, come il trekking nella gola di Gorroppu a Urzulei nel nuorese o un’escursione nelle miniere di Porto Flavia a Masua, nel Sulcis.
Ma un viaggio in Sardegna non può dirsi completo senza un tuffo nella gastronomia locale. La cucina sarda spazia dal pesce, alla carne, alle zuppe, con menzione speciale, ovviamente, per i dolci e i i formaggi.
Anche in campo culinario la birra può aiutarci a godere appieno della mitica Shardana. Birre con aggiunta di miele, erbe aromatiche, frutta e cereali locali permettono di esaltare moltissime preparazioni tradizionali. Dal maialetto arrosto alla biscotteria gli abbinamenti giusti non mancano.
E poi ci sono le IGA, Italian Grape Ale, il primo stile birrario certificato come italiano dal BJCP (Beer Judge Certification Program), portato alla celebrità proprio da un noto birrificio sardo. A questo proposito, vale la pena ricordare che le IGA sono le birre imparentate con il mondo del vino; prodotte cioè con aggiunta di mosto d’uva, sapa, lieviti, acini o altri ingredienti propri del vino.
Potete facilmente immaginare il felice sposalizio di profumi e sapori che si celebra abbinando questo stile alle meraviglie della cucina sarda. Un matrimonio d’amore, che mi riporta alla mente i versi di un canto tradizionale…
Non potho reposare amore ‘e coro
Pensendte a tie so donzi momentu
No istes in tristura prenda ‘e oro
Ne in dispiaghere o pensamentu
T’assicuro che a tie solu bramo
Ca t’amo forte e t’amo e t’amo e t’amoSimm’essere possibile da un anghelu.
S’ispiritu invisibbile piccabo
T’assicuro che a tie solu bramo
C’amo forte e t’amo e t’amo e t’amo
Sa sformas e furabo dae chelu
Su sole e sos isteddos e formabo
Unu mundu bellissimu pro tene
Pro poter dispensare cada bene.